Si informano i colleghi interessati che hanno ricevuto le raccomandate legate al recupero delle quote assistiti che nel pomeriggio di oggi è stato consultato il legale del sindacato.
L'avvocato ha , in primis, evidenziato che ogni azione deve essere personale, essendo il credito vantato dalla ASL relativo ad indebito pagamento, anche se in buona fede, di quote per le quali non si è prestata attività assistenziale ( deceduti).
la strategia è quella di inviare una diffida alla ASL che, in quanto non più ente di diritto pubblico, deve "provare" il credito vantato. Deve, cioè, in sede giuridica portare le prove del pagamento delle quote richieste. La diffida serve per iniziare successiva azione legale per i danni che il recupero delle somme comporteranno , sia per il mancato rispetto delle norme contrattuali che per le singole posizioni economiche che verranno esaminate.
L'avvocato è stato chiaro che , se provato, il credito deve essere pagato alla ASL, in quanto sotto il profilo del codice civile c'è un indebito pagamento, anche se in buona fede.
L'azione legale si rende necessaria per evitare, comunque, che la ASL possa recuperare somme a qualsiasi titolo senza rispettare la procedura che, al momento, vede l'azienda sullo stesso piano dei medici convenzionati, come per un qualsiasi contratto di tipo privatistico e per il fatto che l'ASL non può comportarsi, come detto sopra, come se fosse un Ente di diritto pubblico.
L'avvocato sta preparando il testo della diffida che bisognerà mandare, singolarmente, all'Azienda. Sarà pronto entro domani e verrà inviato per email agli iscritti.
Successivamente si aspetterà il comportamento della ASL per avviare il procedimento legale.
Appena in possesso del testo della diffida la segreteria provvederà a diffonderlo agli iscritti interessati.
La Sezione Provinciale
L'avvocato ha , in primis, evidenziato che ogni azione deve essere personale, essendo il credito vantato dalla ASL relativo ad indebito pagamento, anche se in buona fede, di quote per le quali non si è prestata attività assistenziale ( deceduti).
la strategia è quella di inviare una diffida alla ASL che, in quanto non più ente di diritto pubblico, deve "provare" il credito vantato. Deve, cioè, in sede giuridica portare le prove del pagamento delle quote richieste. La diffida serve per iniziare successiva azione legale per i danni che il recupero delle somme comporteranno , sia per il mancato rispetto delle norme contrattuali che per le singole posizioni economiche che verranno esaminate.
L'avvocato è stato chiaro che , se provato, il credito deve essere pagato alla ASL, in quanto sotto il profilo del codice civile c'è un indebito pagamento, anche se in buona fede.
L'azione legale si rende necessaria per evitare, comunque, che la ASL possa recuperare somme a qualsiasi titolo senza rispettare la procedura che, al momento, vede l'azienda sullo stesso piano dei medici convenzionati, come per un qualsiasi contratto di tipo privatistico e per il fatto che l'ASL non può comportarsi, come detto sopra, come se fosse un Ente di diritto pubblico.
L'avvocato sta preparando il testo della diffida che bisognerà mandare, singolarmente, all'Azienda. Sarà pronto entro domani e verrà inviato per email agli iscritti.
Successivamente si aspetterà il comportamento della ASL per avviare il procedimento legale.
Appena in possesso del testo della diffida la segreteria provvederà a diffonderlo agli iscritti interessati.
La Sezione Provinciale
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